Con Matteo Cairoli a Macao
Torna a Macao, dopo tre anni di assenza a causa della pandemia, la FIA GT Word CUP, una delle più prestigiose gare GT della stagione.
Presenti le case ufficiali e alcuni dei piloti più blasonati della categoria.
Macao da sempre mescola il prestigio di un evento unico e di altissimo livello, che ha consacrato i più grandi campioni della nostra era, con ormai 70 anni di storia alle spalle, e la difficoltà assoluta di uno dei circuiti più ostici del mondo.
Macao deve essere preparato al simulatore.
Non solo perchè è uno street circuit, ovvero si tratta di strade aperte al traffico regolare per il resto dell’anno, non solo perchè il tracciato stesso si trova a migliaia di chilometri dall’Europa e dal motorsport che noi conosciamo, ma anche perchè Macao è un cittadino anomalo dalle velocità altissime e con delle sequenze veloci di difficile memorizzazione. Inoltre un eventuale errore durante le prove libere (con muretti e guard rails a fare da vie di fuga) può precludere al team un lavoro di sviluppo della vettura che è assolutamente necessario.
Il pilota deve essere pronto alla perfezione, deve imparare ogni millimetro, ogni segreto, ogni avvallamento e sopratutto memorizzare al meglio la sequenza delle curve molto complicata della parte alta della pista.
Il team deve “fare i compiti a casa” e arrivare con un assetto già affinato, pronto a verificare le proprie ipotesi e a consolidare il lavoro fatto: più lavoro si riesce a fare prima di arrivare a Macao, più certezze si possono dare ai propri drivers.
Non è un caso che uno dei migliori talenti italiani, Matteo Cairoli, abbia passato diverse ore sul simulatore Avehil di Skydrive.
Il pilota comasco, driver ufficiale Porsche, sarà quest’anno all’esordio sul tracciato del Guia e il modo migliore per lui di colmare il gap di esperienza con gli altri driver con cui dovrà correre è stato macinare chilometri al simulatore: tre sessioni e otre 11 ore di lavoro.
“Il lavoro con Matteo è stato molto proficuo: abbiamo cominciato, come sempre, con il limare i piccoli difetti del nostro modello matematico di Porsche 911 GT3 R facendo dei primi run su piste note a Matteo, per poi trasferirci sul Guia – ha dichiarato Cristiano Giardina.Dopo una prima fase di learning, Matteo ha cominciato a spingere e a inanellare giri su giri, inframezzando le sessioni di guida con il confronto con i tecnici. È un talento naturale, veloce subito in ogni condizione, bravissimo a guidare sulle mancanze tecniche, ma con una vettura a posto può essere imbattibile. Abbiamo lavorato per questo.”
Ora tocca alla pista, quella vera. Quella dove, oltre alla preparazione e alle driving skills, conta tantissimo il coraggio: l’unico elemento che Matteo non ha preparato al simulatore, ma di cui, certamente, non difetta.