Skydrive a Le Mans
La 24 ore di Le Mans è una gara dal fascino unico.
Lo dicono tutti, lo abbiamo letto ovunque, ma viverlo davvero sulla propria pelle è stata un’esperienza diversa.
Non è qualcosa che ti colpisce subito, ma che piano piano ti entra sotto pelle durante la settimana di preparazione ad una delle gare più incredibili del mondo.
È come il sapore di un motorsport epico, d’altri tempi: ha ancora il sapore di un’impresa.
Il sabato pomeriggio prima della gara davanti al countdown fermo a -24.00 quasi non ci credi. Non credi che si possa davvero fare.
24 ore di fila, un giro dopo l’altro, una curva dopo l’altra, un rettilineo dopo l’altro, superando 4 volte i 320 orari in tre minuti e mezzo, con un pit stop ogni 33 minuti. Ininterrottamente. Per 24 Ore. 48 pit stop. 5000 chilometri.
È come un mostro che ti si para davanti.
Per affrontare quel mostro al fianco del team Duqueine, Skydrive ha lavorato per quattro mesi sugli pneumatici, effettuando test e misurazioni con il VESevo
Il progetto portato avanti con il team francese, che porta in pista una LMP2 Oreca Gibson, era quantomeno ambizioso.
In due sessioni di test e due weekend di gara del campionato European Le Mans Series si dovevano raccogliere quante più informazioni possibili sugli pneumatici Goodyear, “costruirne” un modello di Pacejca tramite il tool T.R.I.C.K. di Megaride e arrivare alla gara più importante dell’anno con un sistema predittivo affidabile delle prestazioni e del consumo degli pneumatici
I test sono stati eseguiti in condizioni di pista, asfalto e temperature molto differenti: dal super abrasivo asfalto di Barcellona, con temperature fresche di inizio primavera, all’alto carico della pista di Spa, fino alle temperature molto alte trovate al Paul Ricard e Imola. I giorni di lavoro sono stati intensi e la quantità di dati raccolti davvero notevole.
lo strumento del TRICK è stato impiegato per valutare le caratteristiche dell’interazione tra pneumatici e asfalto e per un’analisi preliminare delle performance degli pneumatici e del veicolo. Una volta elaborato il modello del pneumatico tutto questo era possibile, ma era necessario affinare il più possibile il modello attraverso una massiccia raccolta dati in pista, soprattutto tramite un misuratore ottico dedicato, il Correvit S-motion di Kistler.
La “telemetria virtuale” del TRICK è stata analizzata e processata con un tool specifico di MegaRide, RIDElab, che permette di calibrare e validare tutti I fenomeni multi.fisici (termodinamica, abrasione, degrado, dinamiche avanzate, etc…) che hanno luogo nell’interfaccia pneumatico-strada. Gli output del TRICK sono stati utilizzati come dati sperimentali per l’identificazione dei parametri della Magic Formula.
Microparametri che sono stati migliorati in modo costante, il che ha permesso un affinamento costante delle previsioni del TRICK, fino sovrapporsi alle rilevazioni reali effettuate con un supporto ottico reale.
Il risultato è stato avere una telemetria virtuale in grado di valutare lo slip angle di ogni pneumatico, in ogni centimetro di percorrenza della pista, a seconda di alcuni specifici indici telemetrici della vettura. Nella sostanza, era come se avessimo un Datron virtuale montato sulla vettura.
A questo punto eravamo pronti per affrontare Le Mans: il modello del nostro pneumatico era affidabile sotto tutti i punti di vista. Grazie al Vesevo potevamo misurare prestazioni di isteresi e adesione con un’accuratezza sufficiente, fino alla valutazione dello slip angle: eravamo soddisfatti del nostro modello, avevamo pronta una procedura di preparazione del pneumatico per la prestazione ottimale e delle ottime previsioni di consumo.
La 24 ore di Le mans non è un semplice weekend di gara: si comincia la domenica prima, con il Prologo, una sessione di test preliminari, e si continua poi ininterrottamente fino alla via della gara, il sabato alle 16.00. Una settimana in cui si corre in quasi tutte le condizioni, dalla più calda alla più fresca, con la pista che via via da “green” si gomma sempre di più.
Durante questa sola settimana abbiamo seguito analisi preliminare su ben 33 set di gomme, in modo poi da poterle dividere a seconda delle caratteristiche riscontrate su ciascun set.
Avendo infatti ricavato i dati di isteresi e adesione di ogni pneumatico tramite l’impiego del Vesevo, abbiamo potuto selezionare per la parte notturna della gara le gomme con la migliore adesione, mentre quelle con l’isteresi più alta sono state assegnate alla parte più calda della 24 ore.
Ogni set è poi stato preparato con la corretta pressione, diversa a seconda delle temperature di impiego previste e dello stato di gommatura del tracciato.
Tutto era pronto.
Per il team purtroppo non è stata una 24ore fortunata. Problemi di affidabilità hanno afflitto il motore della Duqueine fin dalle prove libere, quando è stato necessario sostituirlo. Problemi che si sono, purtroppo, ripresentati dopo 5 ore di gara, dapprima costringendo la vettura ad uno stop non previsto per sistemare un sensore, poi una serie di guasti a catena durante la notte hanno portato la vettura a girare con molto distacco dal gruppo di testa. Tuttavia alle prime luci dell’alba tutto è finalmente tornato a posto: la vettura girava come un orologio, perfetta.
E le gomme funzionavano esattamente come previsto, con ottimo rendimento e con prestazioni perfettamente rispondenti alle previsioni.
La gestione da quel punto in avanti è stata esattamente quella pianificata.
Purtroppo la gara era ormai compromessa.
Questo non cambia la bontà del lavoro fatto sugli pneumatici. Anzi, lascia invece aperta una grande finestra di possibilità per il futuro: torneremo!
Torneremo perché siamo coscienti che il lavoro fatto può dare grandi frutti, ma anche e soprattutto perché il fascino di questa gara ci ha stregato.
La sfida è dura, difficile, forse la più difficile e dura vissuta finora, quasi impossibile: è per questo che ci piace!